Corteo contro lo sgombero dell’exMOI

barchette Oggi svariate centinaia di persone tra rifugiati, migranti e solidali hanno sfilato pacificamente nel centro di Torino per opporsi all’ordinanza di sgombero dell’exMOI, le 4 palazzine abbandonate per 7 anni in zona Lingotto. Occupate nel 2013 da 750 tra rifugiati e migranti, molti di loro si sono ritrovati oggi a Porta Nuova alle 16. Tra di loro anche donne e bambini. Dietro lo striscione “Casa, Lavoro, Dignità – Non si sgombera la libertà”, molti ragazzi che hanno scritto i loro cartelli. Alcuni hanno anche creato uno striscione con tutte le bandiere dei loro 26 paesi con una grande Africa nera in centro.
Arrivati in piazza castello, sotto il palazzo della regione, alcuni occupanti dell’exmoi hanno raccontato le loro esperienze della mala-accoglienza dell’emergenza Nord Africa, storie simili a quelle di altri rifugiati che hanno preso parola, attualmente “accolti” nei centri di accoglienza torinesi, molto simili a quelle di mafia capitale.
Nel mentre uno telo azzurro mare veniva steso davanti alle prime file del corteo, riempito di barchette di carta, che venivano poi lanciate in aria a simulare la necessità della rimozione delle frontiere. Il corteo è proseguito verso il comune, dove è stato accolto dai musicisti di Bandaradan che hanno avvicinato chi si affacciava dalle vie limitrofe e fatto ballare molti del corteo. Mentre si ricordavano le tappe della lotta per la residenza, alcune foto simboliche sono state appese davanti al comune, a ricordare la presenza dei rifugiati nelle palazzine dell’ex villaggio olimpico, volti e corpi di persone e non numeri e merce per politicanti affaristi e razzisti.
Il corteo è passato per l’anagrafe, dove è stato attaccato uno striscione simbolico: “Rispetto quale? Residenza virtuale!” a ricordare il risultato della lunga lotta dei rifugiati che a dicembre 2013 hanno ottenuto ciò che è negato in quasi tutto il territorio italiano: una residenza individuale e l’accesso ai diritti fondamentali. La residenza di Via della Casa Comunale 3 spesso non è riconosciuta dagli uffici, soprattutto dalla Questura al momento del rinnovo, anche se dovrebbe esserlo.
Il corteo è terminato a Porta Palazzo, luogo antirazzista per definizione, alle 19 dove i rifugiati hanno potuto spiegare le loro ragioni ai presenti in piazza e ricordare i prossimi appuntamenti di mobilitazione, a cominciare dall’assemblea convocata per Giovedì 19 marzo a Palazzo Nuovo per organizzare tutti insieme, migranti e non, Sabato 28 marzo,
l’accoglienza che merita il razzista per eccellenza Salvini ed i suoi accoliti neofascisti di
Casa Pound.

La giornata è stata una chiara risposta al comune e soprattutto ai consiglieri di centrodestra che si sono spesi molto in questi mesi per criminalizzare l’occupazione. In questo senso è stata significativa la presenza di abitanti del quartiere Nizza-Lingotto e studenti, solidali con l’exMOI.
Più che riuscito l’intento comunicativo: molti sono stati i curiosi che si sono avvicinati al corteo per chiedere il volantino e gli stessi rifugiati si sono spesso fermati a dare spiegazioni. In quest’ottica il 2° compleanno dell’exMOI, che si svolgerà il 20 marzo alla Cavallerizza Reale e il 29 marzo in via giordano bruno, sarà un’occasione per un dibattito allargato con la cittadinanza.

A Torino, all’ex­MOI, la paura non è di casa!

30 giorni per decidere – Riflessioni sull’exMOI a rischio sgombero

riccaLunedì 2 Marzo il consiglio comunale ha votato una proposta di mozione della Lega Nord che chiede di deliberare riguardo tempi e modi della “liberazione” delle palazzine exMOI entro 30 giorni. (Foto a destra – Click per ingrandire) La proposta è arrivata nel mezzo della concitata discussione sulle arcate, il sito dell’ex mercato, situate a poche decine di metri dalle palazzine occupate, saltuariamente sede di Paratissima e futura sede di un polo scientifico-tecnologico di Politecnico e Università. La stessa tecnica era stata adottata dal centro-destra per far approvare il sopralluogo alle palazzine. Mentre si deliberava sugli investimenti nelle arcate, il centro-destra ha infilato una mozione riguardate le case occupate. Non stupisce la proposta dalla Lega, ne che Fratelli d’Italia e Nuovo Centro Destra diano manforte. Ma perché il PD ha compattamente votato a favore? Quasi sicuramente questa mozione non sarà vincolante, nessuno deciderà in 30 giorni cosa fare di 800 rifugiati e si rimanderà ancora. La mozione è tanto inutile da non comparire quasi sui giornali. Piuttosto è indicativa di una linea di pensiero, una linea che connette il decoro con l’emergenza. La stessa linea lungimirante che porta a spendere 5 milioni di euro per sgomberare centinaia di Rom, per dar casa solo a poche decine di loro. Lo stesso avviene ora: dopo aver ignorato la situazione per due anni il comune decide di applicare la legge in maniera discrezionale, funzionale alla situazione. Alcuni esempi. Quando serve il piano casa di Renzi viene attivato e a Roma centinaia di rifugiati che occupano Palazzo Selam, perdono la residenza. A Torino questo non succede poiché da anni si lotta per il diritto alla residenza, un diritto che il comune ha riconosciuto. Per l’exTelecom occupata di Bologna, dove abitano 200 persone, non è stato subito disposto il sequestro, poiché questo non pone un reale vincolo per gli occupanti, nessuno abbandona l’edificio. Piuttosto la volontà politica, a sgombero effettuato, può essere certificata dal sequestro giudiziario. A Torino succede il contrario, l’atto della procura viene usato dal comune come scusa per sgomberare. E’ evidente l’uso della legge a supporto della propaganda trasversale che vede nei problemi sociali semplici questioni di ordine pubblico. Il modello è sempre lo stesso. All’inizio in un quartiere nasce lo scontento creato da cause esterne. Arriva la movida rumorosa, frutto della politica della Torino Universitaria, arrivano lo spaccio-furto-accattonaggio, frutto di politiche sul lavoro fallimentari, arriva una nuova occupazione, frutto della mancanza di politiche su reddito e abitazione, arrivano i rifugiati, per via di conflitti, accordi internazionali e carenza d’integrazione. Sul nuovo fenomeno si scaricano tutti i problemi del quartiere. La destra in questo senso è funzionale al sistema di riqualificazione. Promuove, a fini elettorali, manifestazioni populiste o apertamente razziste che focalizzano l’attenzione sulle paure momentanee. Infine il comune targato PD interviene per calmare “i cittadini scontenti” che gridano al degrado, concede di tutto a chi può investire nel quartiere e sposta il disagio un po più in la, magari verso le periferie. E il gioco riparte. Il comune ha convinto Università e Politecnico a insediarsi in quartiere con il polo di ricerca all’exMOI e presto nell’area exAVIO con la città della salute. Questo giustifica le mozioni che impegnano la Giunta ad attivarsi per l’esecuzione dello sgombero. Nel testo della mozione i rifugiati diventano definitivamente i portatori del degrado. Quello che è detto in toni chiaramente razzisti nei valori e nelle pratiche, da Lega Nord e Fratelli d’Italia, deve essere giustificato dall’investimento economico per poter essere firmato dal PD: non si può mettere un polo di eccellenza a fianco alla più grande occupazione auto-organizzata d’Europa, non per razzismo ma per logiche economiche. L’amministrazione tollera le altre case occupate di rifugiati, luoghi messi peggio del MOI e dove non c’è il nucleo di auto-organizzazione politica che li sta nascendo. Via Bologna, corso Chieri, corso peschiera sono tutte case di passaggio. Luoghi funzionali al mercato dell’immigrato, ultima tappa dell’ingranaggio che mastica il rifugiato fino all’ultimo centesimo. Per questo sono comode e intoccabili. Una volta digerite queste riflessioni, la presenza del MOI diventa simbolica non del degrado ma delle carenze sistematiche: le difficoltà nel rinnovo del permesso e nel riconoscimento della residenza, l’obbligo di lavorare dove non c’è lavoro, la difficoltà di avere un contratto legale, la costante ricerca di lavoro nero, magari nei campi dove si aspettano mesi per lavorare giorni, l’impossibilità di andare in altri paesi d’europa o di tornare nel proprio. Le occupazioni come il MOI servono a riacquistare una stabilità, dare respiro e poter ripartire da qualcosa come la casa per poi riaffermarsi come lavoratori, cittadini, studenti e tanto altro. Le occupazioni sono la spia di allarme di carenze sistematiche, la cui soluzione non è uno sgombero, ma precise scelte politiche. Contestare la legge perversa e ideologica che regola la vita dei migranti e la logica del “ripristino della legalità”, queste sono le reali soluzioni.

Sul presidio antirazzista NoSalvini

Il presidio è iniziato questa mattina in una fitta nebbia con abitanti e solidali. Da subito decine di blindati 10878750_10205574156224446_862443530_oanche con reti e tutte le strade chiuse. Protezione giustificata dalla triste sorte del parabrezza spaccato a Bologna.
Abbiamo piazzato alcuni striscioni e palloncini ai balconi e il presidio ha preso vita alle 11, con numerosi solidali e occupanti. Si è iniziato a ritmo della musica messa dagli occupanti e con alcuni si sono scritti cartelloni. Dopo gli interventi dal gazebo da comitato e occupanti rivolti principalmente anche al quartiere per spiegare il perché dell’ennesima militarizzazione del quartiere, abbiamo caricato una cassa su un carretto e ci siamo avvicinati a piazza galimberti per far sentire la nostra voce. Questa presenza ha impedito alla Lega anche solo di pensare di avvicinarsi.

Dall’altra parte Salvini e i suoi amichetti, meno di un centinaio. Presenti anche Cota e Borghezio.
Tutti chiamati a raccolta dai consiglieri comunali di destra Marrone e Carbonero, anch’essi presenti, colpiti dai fallimenti delle loro precedenti iniziative. Salvini è stato chiamato col pretesto di una petizione contro la residenza che la lotta dei rifugiati (diritto e dovere di ogni abitante del territorio e non concessione da parte dell’amministrazione) ha portato a realtà. Residenza che aveva visto la forte opposizione proprio dei consiglieri di destra.
Il quartiere non ha mai richiesto la presenza di questi individui, anzi alcuni abitanti di piazza galimberti hanno anche espresso il loro dissenso insultato i partecipanti al presidio leghista. Salvini non ha potuto fare altro se non fare dichiarazioni ai telegiornali e andarsene dopo un paio d’ore.salvini1

Il presidio si è concluso verso le 16. Alla lega, venuta per provocare e cercare lo scontro, non è stata data occasione di gridare nulla se non slogan vuoti come “torneremo a governare”.

Ricordiamo che la residenza ai rifugiati è un diritto dovuto e a costo zero per il comune, che gli abitanti dell’exMoi non sono clandestini e che non ricevono nessun aiuto ma anzi faticano a pagare il costo del rinnovo del permesso di soggiorno. Ricordiamo che l’exMoi non è proprietà pubblica, ma solo il frutto della speculazione di Torino 2006: costruite con soldi pubblici e vendute poco dopo al Fondo Città di Torino, a maggioranza privato (Prelios e Intesa San Paolo possiedono oltre la metà e l’amministratore del complesso exMOI è Prelios). Infine ricordiamo che il Moi non è lasciato al caos, ma organizzato e vissuto quotidianamente dagli occupanti e dal Comitato Solidarietà Rifugiati e Migranti che si rivolgono ai centri sociali cittadini, tra cui Askatasuna e Gabrio, in quanto unici soggetti che da sempre affrontano realmente la situazione dei rifugiati con spirito antirazzista.

Presidio antifascista all’exMoi

Ci risiamo! Dopo le provocazione della visita di Marrone & company all’ex-moi lo scorso 18 Novembre, dopo la fiaccolata contro i ROM organizzata da Forza Nuova in Via Artom un paio di settimane fa, i partitucoli razzisti dell’estrema destra tornano a fomentare la guerra contro l’immigrato. Infatti per questo sabato pomeriggio il comitato “Lingotto è Italia”, fantomatica organizzazione di cittadini dietro cui in realtà si nasconde il partito Fratelli d’Italia, ha organizzato un corteo contro l’occupazione dell’exMOI.

Marrone e i suoi amichetti provano ancora una volta ad agitare lo spauracchio dei migranti e del degrado come specchietto per le allodole, cercando di accollare le responsabilità della povertà che si vive nelle nostre città, contro i migranti, ultimi tra gli ultimi e sempre buon bersaglio per cercare un po’ di risalto mediatico e magari raccattare qualche voto.

Da una parte piange attenzione davanti ai giornali, chiedendo un sopralluogo istituzionale utile solo per propaganda elettorale ma senza uno scopo reale. Dall’altra provoca i rifugiati etichettandoli tutti come portatori di degrado, delinquenti e “gangster africani”. Marrone, aizzando i cittadini contro i rifugiati, sta compiendo un’aggressione in piena regola.

Chi supporta i rifugiati è paragonato a uno schiavista, ma chi veramente specula sulla pelle dei rifugiati con i soldi dei contribuenti italiani sono invece i fascisti romani. Le vicende dell’inchiesta “Mafia capitale” ha portato alla luce una serie di fitti rapporti tra politica e criminalità organizzata che ha evidenziato come i migranti fossero oggetto di speculazione economica da parte della cupola Romana gestita da Massimo Carminati (ex-NAR) e Salvatore Buzzi, signore delle Coop. Gli stessi che nei quartieri soffiano sul vento del razzismo, gli stessi che a Tor Sapienza hanno assaltato un centro per richiedenti asilo minorenni, sono poi coloro che rubavano soldi pubblici da regalare agli amici degli amici tramite la gestione dei centri per migranti, coloro che hanno svuotato le casse pubbliche per coltivare rapporti di tipo clientelare speculando sulla pelle dei rifugiati e offrendo un accoglienza indegna.

Un sistema mafioso che aveva tra le figure di spicco Gianni Alemanno, guarda caso eletto come rappresentate di Fratelli d’Italia.

Una storia che purtroppo conosciamo bene. Proprio al termine della c.d. “Emergenza Nord-Africa”, dopo che il business dell’accoglienza aveva macinato oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro di guadagni per le cooperative amiche di Buzzi e non solo, migliaia di rifugiati in tutta Italia vennero buttati per strada e da li a poco vennero occupate le palazzine dell’ex Moi.

Una situazione creata ad hoc, un tentativo di scaricare sui migranti le colpe di politici e Isituzioni, coloro che abbandonano le periferie, tagliano servizi, aumentano le tasse e intanto si ingrassano la pancia a scapito della collettività.

Marrone continua a chiedere controllo e ordine ma ha votato contro la residenza per i rifugiati, necessaria per il rinnovo dei documenti e per l’accesso ai servizi sanitari. Il suo intento era chiaramente di rendere la loro vita inutilmente più difficile.

Un attacco ipocrita perché chiede il contrasto delle occupazioni, quando lo stesso Marrone supporta attivamente OSA Lingotto, acronimo di occupazione a scopo abitativo, e l’occupazione di via Traves. Entrambe “per soli italiani”.

Inutile aggredire perché chi realmente ha trovato soluzioni reali sono stati gli occupanti stessi con il comitato di solidarietà. Dapprima dando un uso a case vuote. Poi con la collaborazione che hanno oggi con le realtà del territorio cercando di rendere ancora più vivibile la loro casa e l’intero quartiere, cercando di limitare i disagi che tutti, italiani e non, si trovano a vivere quotidianamente. Infatti è già stato fatto un censimento e per lo stesso motivo ci si è organizzati con Amiat per la pulizia della zona. Inoltre vi è un dialogo aperto con il quartiere. Se questo non è abbastanza, basta unire le forze non sperare nello scontro.

Lanciamo un appello a tutti gli antifascisti torinesi a venire all’exMOI il 13 dicembre per un presidio alle ore 16.30.

Contro ogni razzismo. Solidarietà e antifascismo!

Occupanti dell’exMOI

Comitato Solidarietà Rifugiati e Migranti

Lettera sulla visita di Marrone e soci

Poco dopo la contestazione a Marrone e soci uno degli occupanti si è avvicinato dicendo che sarebbe andato a scrivere. Mezz’ora dopo è tornato con questa lettera che ci ha chiesto di pubblicare.

Che bella giornata oggi. Una giornata per esprimersi, per dimostrare a quella gente che pensa che gli immigrati sono la causa della loro crisi, della loro povertà, della loro sofferenza, anzi pensano che gli immigrati gli fregano tutti i beni, lavoro, soldi…
Ditemi, sono 4 anni che siamo qui da voi, che cosa abbiamo cambiato?
Andate a vedere da noi, si certo che siamo più poveri, ma siamo solidali con la gente, con tutti senza distinguere il colore o la provenienza. Voi ci chiamate gente di colore, ci chiamate zingari e ci chiamate marocchini. Questo sono parole razziste.
Voi che mangiate da soli, voi che lavorate e vi divertite fra di voi, senza pensare ai poveri che vi stanno intorno, che passano notti senza mangiare. Oggi è così.
Volete toglierci il tetto, sappiamo perché, perché piove e fa freddo. Non vedete di essere egoisti?
E’ una vergogna, una vergogna per un popolo come gli italiani, per un governo che è all’altezza dell’Europa.
Siamo poveri e siamo neri e siamo africani e siamo italiani, perché fra gli italiani c’è gente che ha sentimenti, che conosce la realtà che viviamo e che sono giorno e notte con noi per abbassarci il dolore, per incoraggiarci ad andare avanti lottando con noi per i nostri diritti fregati da voi, i capitalisti, da voi imperialisti, da voi fascisti e razzisti.
Anche se accettano tutto ciò che avete raccontato su di noi, queste cose sono false. Abbiamo aspettato troppo, qui come vedete siamo tutti giovani, abbiamo un futuro davanti a noi e siamo utili, abbiamo dei talenti, siamo pronti a imparare a integrarci. Quattro anni non sono pochi. E accusate noi, perché non vi vergognate?
In carcere quando un prigioniero resta calmo e tranquillo per ricompensarlo gli danno un lavoro e quello che fa problemi si mette in isolamento. Vuol dire che l’uomo ha bisogno di un lavoro per vivere e soprattutto ha bisogno delle altre persone, perché è naturale. Neanche questo abbiamo avuto.

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Solidarietà digitale

Ieri in serata @OperationItaly (anonymous italia) ha annunciato su Twitter anon.antifa di aver buttato giù fratelli-italia.it. L’operazione è stata fatta in solidarietà con i migranti e i rifugiati dell’ex Moi che nella giornata di martedì, a Torino, hanno cacciato dalle palazzine occupate il consigliere Maurizio Marrone (appunto di Fdi), accompagnato da alcuni colleghi della Lega Nord.

http://www.fratelli-italia.it DOWN! #Anonymous abbraccia gli immigrati dell’ex #Moi #Torino che hanno scacciato i deputati #fascisti “in visita”

Porte chiuse

Da marzo 2013 si sono presentati all’exMOI giornalisti Casa: occupazioni a Torino, momenti di tensioneper raccontare, il vescovo Nosiglia ha portato la sua solidarietà e comprensione, politici hanno visitato l’occupazione per premurarsi della situazione. Infine varie associazioni frequentano il luogo o portano il loro supporto. Tutti coloro disponibili al dialogo e all’aiuto hanno sempre trovato le porte aperte.
Il 18 novembre era previsto un sopralluogo della commissione di gestione e dei capigruppo comunali all’exMOI. Di questa visita nessuno è stato avvisato. Ne il nostro comitato, ne gli abitanti delle palazzine. Nemmeno il presidente di circoscrizione Rizzuto, in contatto diretto con alcuni dei rifugiati, che avrebbe potuto avvertirli. A nessuno è stata chiesta opinione sullo stato delle palazzine o dei suoi abitanti.
Più grave ancora non vi era un motivo chiaro. Perché proprio senza preavviso? Perché proprio ora, dopo 6 anni di abbandono e 2 di occupazione?
Tutti abbiamo pensato ai fatti di Tor Sapienza. Una provocazione. Il comune se ne è reso conto e ha per questo annullato la visita istituzionale, decidendo di condividere con abitanti e comitato date e modalità.
Il centro destra ha invece voluto portare avanti questa provocazione. Presenti Marrone e Ambrogio (FdI), Ricca e Carbonero (LegaNord), Tronzano (FI), Berthier (Torino Libera, voti di Forza Nuova).
La visita era a puro titolo personale, nonostante continuassero a ripetere di essere li per conto del Comune. La loro richiesta era di entrare a visitare le palazzine, prontamente negata da una folla di 200 rifugiati, dal comitato, dai centri sociali cittadini e da altri numerosi solidali. Negata perché l’unica cosa chiara era l’intento provocatorio, sicuramente non costruttivo, della destra torinese. Chiarito dall’affermazione di Marrone, che in uno scambio di battute sul perché solo ora si interessi di rifugiati ha risposto di occuparsi da tempo della cosa “infatti io ho votato contro la residenza”, dichiarazione che ha scatenato l’ira degli interlocutori.
Nonostante ciò non vi è mai stato contatto fisico, solo una lunga discussione e numerosi cori.
La visita era probabilmente correlata al presidio indetto dai giovani di Forza Italia nella vicina piazza Galimberti. Presidio andato praticamente deserto, costretto a spostarsi e ad andarsene dalla continua presenza dei rifugiati.
Siamo ben contenti di aver respinto un pericoloso precedente per un accanimento politico e mediatico verso gli abitanti dell’exMOI. Contenti che una minima resistenza abbia fatto capire alle istituzioni quali sono i problemi reali di cittadini e migranti, che ci sono altre modalità per risolverli. Contenti perchè questa visita ha riacceso la voglia di ribellarsi e di stare uniti.

Ricordiamo che i rifugiati che vivono in queste palazzine non vivono nel caos, il Comitato di Solidarietà Rifugiati e Migranti li supporta quotidianamente e con uno sportello settimanale, gli abitanti hanno un responsabile ogni appartamento, infine numerose associazioni frequentano il luogo o si interessano della situazione. Tra queste Pastorale Migranti, Frantz Fanon, Mamre, ANPI sez. Lingotto, il Gruppo Abele ed il Sermig. L’associazione del politecnico Ingegneri Senza Frontiere sta stilando un rapporto sulla situazione strutturale delle palazzine dell’exMOI. Si è avviato un proficuo dialogo con tutti i partecipanti del GRIS, gruppo che si occupa della salute di migranti e rifugiati, per definire i miglioramenti possibili del sistema sanitario rispetto alla situazione dei migranti. Un protocollo è stato stilato con i Centri Territoriali Permanenti Castello di Mirafiori e Braccini affinché i rifugiati ancora analfabeti abbiano una corretta formazione. Tutto ciò nella quasi totale assenza delle istituzioni.
Ricordiamo inoltre che queste persone, al contrario di quanto spesso si dice, non ricevono soldi dallo stato, hanno ricevuto solo i due euro giornalieri che gli spettavano durante i loro progetti, ora più niente. Chiedono solo integrazione e lavoro dignitoso oltre alla libertà di potersi muovere sul territorio europeo.

Rassegna Stampa:

Istituzioni a passeggio

Oggi, martedì 18 novembre, alle ore 12 la commissione gestione e i capigruppo del comune di torino verranno in visita all’exMOI. La presenza di Marrone (FDI) e Carbonero (Lega Nord) è confermata.

Questa visita arriva senza preavviso al comitato o agli abitanti, senza neanche informare circoscrizione o regione, attori istituzionali con cui dialoghiamo. Nonostante non sia difficile contattarci, nulla ci è stato detto.

Il comune, assente da sempre nel ricercare dialogo, sembra che più che cercare una soluzione cerchi un capro espiatorio, una facile via da indicare ai suoi cittadini arrabbiati. Perchè ignorarci anni per poi chiedere una visita a sorpresa in questi giorni?

Invitiamo tutti i solidali a venire in via giordano bruno 201 fin dalla mattina. Il comitato sarà li dalle ore 10.30.

Sullo sgombero di Corso Traiano

cso traianoIl 18 di giugno la questura di Torino manda svariate camionette per sgombrare una trentina di persone, soprattutto famiglie di rifugiati, che vivevano in una delle case occupate qui a Torino, una palazzina in Corso Traiano 128. Era l’occupazione più facile da smantellare. Un rappresentante della proprietà (supermercati Pam), accorso sul luogo dello sgombero dichiara di non aver sollecitato quell’intervento.

Quale pericolo per la cittadinanza e la sicurezza pubblica rappresentavano 13 famiglie con dieci bambinetti, due neonati, due donne in cinta, da richiedere l’intervento all’alba della forza pubblica?

Con sommo spavento soprattutto dei più piccoli, poliziotti e carabinieri irrompono nelle stanze alle 6 del mattino svegliando di soprassalto tutti i residenti. La forza pubblica intima di lasciare lo stabile, disponendo i lavori per murarne gli ingressi. Desolati madre e padri vestono i bambini mettono insieme in tutta fretta l’indispensabile e escono con i figli in braccio e per mano, i passeggini e le carrozzine sono diventati mezzi per trasportare indumenti, pannolini, generi di prima necessità; sono portati fuori i materassi con la biancheria, qualche cartone con i viveri. Alcune ore più tardi un’assistente sociale propone alle famiglie di andare provvisoriamente in una casa di riposo per anziani a Quattordio, 1668 abitanti, 75 chilometri da Torino, situato a metà strada fra Alessandria e
Asti, dove per altro non ci sarebbe stato l’uso di cucina. A una donna al nono mese di gravidanza viene offerto fino ad agosto un posto al Sermig, ma solo a lei e alle figlioletta, il marito deve arrangiarsi. Tutti rifiutano fermamente questa opzione e optano per un presidio sotto il Comune di Torino.

Queste persone pagavano regolarmente le utenze del fabbricato di Corso Traiano, che era rimasto vuoto per anni, soggetto a saccheggi e degrado. Gli occupanti ne avevano ridipinto le pareti, messo a posto i rubinetti e svolto altri lavori di manutenzione, che avevano restituito decoro alla casa e all’isolato. Le stanze erano state arredate nel modo più normale possibile, per vivere dignitosamente come cercano di fare tutti. I bambini frequentavano la scuola elementare e la scuola materna. Soprattutto i padri procuravano alla famiglia da vivere con lavori magari al margine dell’economia tipica di una grande città, lavori conquistati giorno dopo giorno; le signore in cinta erano seguito da un ginecologo, i bambini da un pediatra. Adesso quei bambini traumatizzati chiedono agli adulti quando
potranno tornare nella loro casa.

I rifugiati sono persone che, ovviamente, come tutti gli esseri umani stabiliscono legami con il loro ambiente, fondano famiglie e non sono pacchi da spostare e da dividere a seconda della necessità, come se a loro bastasse sopravvivere, poco importa dove, come e con chi. Un ospizio per vecchi, in un paese ignoto, di poche anime, un luogo a conti fatti
impossibile da raggiungere per chi lavori a Torino, e percepisca un reddito di sussistenza, era una proposta di fatto inaccettabile. L’unica ricevuta.

Lo stesso giorno dello sgombero Piero Fassino, in quanto Presidente dell’Associazione Comuni Italiani era a Roma per firmare il Protocollo d’Intesa fra ANCI e UNICEF Italia. «Siamo come ANCI da sempre sensibili ai temi legati alla tutela dei minori, sia italiani che stranieri – dice in quella occasione Fassino – spiegando che il protocollo testimonierebbe l’impegno dell’Associazione dei Comuni Italiani in “passato e futuro, a fianco di UNICEF, per dare concretezza ai principi sanciti nella Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, partendo dal basso e quindi dalle realtà locali.»

Pare che il Comune non sia stato informato dalla Questura di quella decisione. Eppure nessun rappresentante di questa città o di questa Regione ha sollevato pubblica protesta contro queste pratiche poliziesche indegne di un paese democratico, che ci ricordano tempi infausti. Nessuno si è chiesto che fine abbiano fatto quelle donne e quei bambini che il 18 hanno atteso tutto il giorno in Piazza Palazzo di Città che qualche rappresentante del Comune li incontrasse. La sola presenza pubblica su quella piazza sono stati i tre blindati della polizia posti a proteggere il Comune. Proteggere da chi?

Com’è possibile che coloro che hanno davvero bisogno di protezione nella nostra città, che siano bambini, donne in cinta o adulti, proprio coloro che hanno lasciato tutto alle spalle per salvarsi la vita, siano abbandonati a se stessi?
Lo Stato nella nostra città si mostra in uniforme per difendere in modo astratto e ideologico il diritto di proprietà, ma si dimostra disarmato quando si tratta di tutelare ben altri diritti, quelli dell’infanzia e dei cittadini più deboli?

Chi ha una coscienza non inerte si trova obbligato a praticare la disobbedienza civile per aiutare concretamente coloro che lo Stato dovrebbe tutelare, ma che irresponsabilmente abbandona.

Fonti:

Infoaut – Torino. Corso Traiano sotto sgombero. Decine di famiglie in mezzo alla strada
Radio Onda D’urto – CASA: SGOMBERO IN CORSO TRAIANO A TORINO. 13 FAMIGLIE SENZA UN TETTO.
Repubblica Torino – Il corteo dopo lo sgombero di corso Traiano
Nuova Società – Sotto sgombero la palazzina occupata di corso Traiano 128
Quotidiano Piemontese – Torino, sgombero in corso nella palazzina occupata di corso Traiano – video

Incontro verso l’11 luglio

L’11 luglio i primi ministri di ogni paese europeo si incontreranno a Torino per un summit sull’occupazione giovanile. Nell’ambito della contestazione a questo vertice il comitato promuove un primo incontro sul tema gestito da migranti e rivolto a migranti, senza alcuna sigla o bandiera, rivolto a singoli o realtà che vogliano coordinarsi per favorire la nascita di un percorso unitario che possa essere fruttuoso anche oltre.
Sono tutt* invitati il 15 giugno in Via Madonna Delle Salette 12/a alle ore 21. Potete leggere, scaricare e diffondere il volantino in italiano, inglese e francese:
incontro 15-06 en incontro 15-06 fr incontro 15-06 it
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