ExMOI calls for solidarity

On the night of October 23rd two loud explosions have shaken the neighborhood of Lingotto, Turin, Italy. Bombs and firecrackers were placed in one of the building of Ex-MOI, the former Olympic Village, occupied since 2013 by migrants and refugees. It was likely a revenge by football ultras against some migrants they had a fight with. Unfortunately these migrants live among many other, currently 1200. Hearing the explosions many escaped from the building and spread in the nearby streets.
The aggression itself is scary enough but it´s part of a serie that took place lately. Since last year Ex-MOI was part of right-wing parties´ political strategy to pressure the local government and to enforce an eviction. Recently a newly born committee campaining for the eviction, created and backed by neofascist group Casapound, artificially created tensions: promoting a demonstration, inviting right-wing media to report aggressions to neighbours that never happened and depicting a situation, that though never easy, is not certainly a social war.
The police, even with its daily 24/7 presence in front of the occupation, took long time to react, did not block or identify the aggressors and only limited itself to blocking the area. Minister of Interior promised a patrol of 150 soldiers, not exactly what´s needed to ease the tension.
Furthermore the Mayor decided to reopen the plan for the eviction and relocation of the habitants, even though a real proposal hasn´t been formulated.
Despite the last tensions the ExMOI have always been a peaceful place, a place where migrants and refugees managed to recreate a life and to self-organize.
We, as solidarity committee supporting them since the beginning, ask to manifest your solidarity for all those living in Ex-MOI, to recognize their struggle and continue to be committed to eliminate inequalities, racism and fascism.

Here a video that exemplifies the current situation:

Italy: Pro- and anti-refugee protesters rally in Turin

Further infomation about exMOI squat on:

Sui fatti del 23 Novembre

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Una “bomba carta”

Il 23 Novembre, intorno alle 23, una ventina di persone incappucciate e armate di spranghe e di bastoni hanno tirato due “bombe carta” (latte di vernice fatte esplodere) in via Giordano Bruno, nell’ingresso della prima palazzina occupata da marzo 2013. La detonazione ha fatto tremare i vetri delle case, si è sentita in tutte le case del vicinato. Molto abitanti dell’exMOI spaventati sono scesi in strada determinati a difendersi, ma i responsabili dell’attacco erano già scappati. La camionetta dell’esercito, che staziona fuori dal Moi, non è intervenuta e il gruppo di aggressori si è allontanato indisturbato. La polizia, subito chiamata, è arrivata poco dopo e si è fermata in via Giordano Bruno all’altezza di Piazza Galimberti, in assetto antisommossa. Dietro la polizia, parecchi cittadini del quartiere richiamati dal rumore e vari rappresentanti di Casapound. Gli abitanti del Moi, insieme ad alcuni solidali, sono riusciti a mantenere la calma, non hanno ceduto alla provocazione e hanno evitato di dare vita alla guerriglia urbana che ci sarebbe potuta essere.
Purtroppo questa non è la prima provocazione subita.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, verso le 18, un ragazzo B. che stava camminando per strada era stato insultato con “nero bastardo” in via Filadelfia angolo via Taggia dagli degli avventori del Bar dov’è solita incontrarsi certa tifoseria del Toro. Usciti dal bar lo hanno preso a calci, lui è riuscito a chiamare la polizia e anche davanti agli agenti gli aggressori hanno continuato a insultarlo con appellativi come “negro di merda ti spacchiamo in due“, e hanno promesso di andare più tardi a dargli una lezione con una bomba. Il giorno 20 anche M. e la sua ragazza E. erano passati davanti allo stesso bar in bicicletta con il loro carretto sul quale sono soliti trainare il ferro che raccattano vicino ai cassonetti. Il proprietario del bar gli offre delle sedie di ferro, ma quando il ragazzo cerca di fissarle sul carretto escono fuori quattro avventori e lo accusano di starle rubando, lo aggrediscono tirandogli una sedia in testa, una seconda riesce a scansarla, ma finisce nella vetrina del bar. Anche questa volta viene chiamata la polizia e un’ambulanza. M. e la ragazza finiscono al pronto soccorso, codice verde entrambi, lui con una “Ferita Lacero Contusa Frontale” che viene chiusa con 5 punti e con un “trauma cranico facciale” come spiega il referto, lei con una sospetta frattura al setto nasale che si colora di viola. M., accusato di danneggiamenti, e la sua ragazza hanno nominato l’avvocato Vitale, perché sporga denuncia contro i suoi aggressori. L’indagine è in corso.
Ben altro è stato scritto sui giornali cittadini in questi giorni. La destra cittadina con i loro squadroni violenti e i giornalisti che foraggiano odio con una disinformazione faziosa stanno irresponsabilmente facendo degenerare una situazione già molto critica del Moi, dove però la regola fra i residenti è la coesistenza pacifica.

Il Comitato Rifugiati e Migranti e gli abitanti dell’ExMoi denunciano il clima di intolleranza e razzismo che si sta creando nel quartiere e precisa che l’occupazione è nata per le grave carenze delle istituzioni riguardo il tema dell’accoglienza.