Nuova occupazione di rifugiati

Qui sotto trovate il nostro volantino rivolto al quartiere che ha accolto la nuova occupazione di via Salette 12.

via salette 12 United we fight

Ci presentiamo,

Siamo una nuova presenza in quartiere, ma non in città. Il nostro comitato nasce dalla solidarietà all’occupazione di via Giordano Bruno 201, Torino sud. In palazzine costruite e utilizzate per le olimpiadi e abbandonate da sette anni, in cui hanno trovato casa alcuni rifugiati dell’emergenza Nord Africa. Il comitato li ha supportati dando assistenza medica, legale e linguistica, creando una scuola in loco e gettando ponti con la cittadinanza, evitando la creazione dell’ennesimo ghetto. Dopo una lunga battaglia portata avanti da comitato e rifugiati, le istituzioni hanno riconosciuto la loro presenza sul territorio, dando loro la residenza e l’accesso ai servizi socio-sanitari, garantiti per legge.

La residenza è un primo passo verso l’autonomia dei rifugiati, ma molte altre sono le barriere. Prima di tutto quelle legislative. La Bossi-Fini impone che ogni migrante debba avere un lavoro per poter entrare in Italia. Al licenziamento segue la detenzione nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione introdotti con il pacchetto Turco-Napolitano del 1998) e poi l’espulsione. Ulteriore assurdità è il regolamento Dublino II del 2003, che impedisce ai richiedenti asilo di presentare domande in più stati obbligandoli a rimanere in un paese che si rifiuta di accoglierli. Nuovi provvedimenti, leggi e dibattiti che si diffondono in Italia ed in Europa, vorrebbero attribuire al migrante la responsabilità di ogni squilibrio economico e sociale e usare la repressione come strumento per imporre una nuova giustizia. Questi procedimenti sommari e contraddittori sanzionano o complicano moltissimo la vita del migrante, ma non ne impediscono lo sfruttamento, non agendo mai sui reali responsabili.

Torino detiene il triste primato di sfratti attuati in Italia. Più di 4500 le famiglie italiane e immigrate hanno perso la casa e nella maggior parte dei casi anche il lavoro. Il comune di Torino invece di creare nuovi nuclei abitativi e spazi di aggregazione continua a svendere il patrimonio immobiliare, privatizzare e esternalizzare i servizi.

Le palazzine di via Giordano Bruno sono esempio lampante: costruite nel 2006 per ospitare gli atleti delle olimpiadi, abbandonate a se stesse, sono state svendute al fondo privato Città di Torino (Compagnia di San Paolo, Pirelli Re), senza effettuare sull’area ulteriori progetti per restituirlo alla cittadinanza.

Anche l’ExDiatto in Zona San Paolo è destinato a diventare l’ennesimo ipermercato, fonte di ricchezza per alcuni ma di privazione per la comunità. Speculazione simile a quella portata avanti in questo quartiere.

Abbiamo deciso, assieme a famiglie italiane e immigrate colpite dalla crisi, di costruire una settimana di mobilitazione per ridare dignità e casa a tutti e tutte, riappropriandoci di edifici abbandonati come quello in via Delle Salette. Un edificio vuoto appartenente ai missionari Salettiani, che da oggi riprende vita.

Invitiamo la cittadinanza del quartiere a venirci a trovare e solidarizzare con gli occupanti, per conoscerne le storie, per non fermarsi alle apparenze.

Comitato di solidarietà rifugiati e migranti